Quella fiaccolata di febbraio di supplica penitente e di come non bisogna mai vantarsi troppo

Amo ricordare ogni anno, mentre inizio in fondo alla chiesa la fiaccolata nel giorno della Presentazione del Signore al Tempio il giorno 2 febbraio, uno dei significati di questo gesto, caratteristico della processione almeno qui in Occidente.

In verità questa festa liturgica ha le sue origini lontane nella Liturgia Orientale, sotto il nome di “Ipapante” (che in greco significa “Incontro”), per ricordare l’incontro del vecchio Simeone con Gesù bambino nel Tempio quando Maria e Giuseppe, per adempiere alla legge ebraica, presentano il loro primogenito al Signore con l’offerta prevista dalle leggi prescritte nell’Antico Testamento (Es 13,2.11-16; Lev 12,6-8).
In occidente, nel periodo medievale e in particolare a Roma, questa processione acquista un ulteriore significato. Visto che avveniva di febbraio, e visto che febbraio si chiama febbraio perché è il mese delle febbri, allora questa processione con le fiaccole aveva anche un carattere penitenziale, con la supplica al Signore perché sia clemente e misericordioso e perché non ci faccia soffrire troppo le febbri.

Ebbene, è da un anno praticamente che io non prendevo febbre, perciò mentre esponevo questo pensiero all’inizio della fiaccolata, sorridevo compiacente, contento di non aver sofferto questo male che tocca praticamente a tutti prima o poi ogni anno. Guardavo tutti intorno a me che prima o poi si beccavano, in vari periodi dell’anno (in estate addirittura!) un bel raffreddore e perché no, anche un po’ di febbre. Attribuivo (e forse un fondo di verità c’è pure) la mia forza corporale nel resistere alla sciagurata febbre al fatto che, da un anno, consumo quasi ogni giorno 4000 IU di vitamina D. Ho imparato questo consiglio da una mia zia durante un mio viaggio a casa negli Stati Uniti che si è trasformato in un pellegrinaggio penitenziale dal momento che, per l’ennesima volta, mi sono beccato un bel raffreddore dal viaggio in aereo. Chissà, sarà dovuto al ricircolo di aria con tanti passeggeri a bordo… In ogni modo, questa zia mi raccontava che è da tanto tempo che non si becca nessuna influenza o raffreddore grazie alla vitamina D che ha iniziato a consumare nel limite giornaliero (e non conviene mai superare questo limite, troppe vitamine non fanno bene) di 4000 IU.
Mi aveva un po’ convinta la sua teoria, perché informandomi su questa Vitamina D (si sente tanto parlare di Vitamina C, poco della Vitamina D), ho scoperto che la vitamina D viene prodotta naturalmente dal corpo quando è esposto al sole, a seconda di quanta superficie di pelle è esposta ogni giorno… Beh, tenendo conto che abbiamo, nella nostra civiltà attuale (almeno, per la maggior parte, poi eccezioni ci sono) l’usanza di andare in giro ben vestiti e coperti, e che passiamo tanto tempo della giornata all’interno degli edifici e delle abitazioni, in effetti non siamo così esposti al sole quanto chi vive in natura. Pertanto posso capire che il corpo tenda ad avere deficienza di vitamina D.
Ebbene, fino all’altro ieri la teoria ha retto. Ma nessuna teoria è infallibile. Proprio l’ultimo giorno del mese delle febbri, anch’io mi sono beccato, dopo un anno, una bella febbre. Allora non ho fatto invano la fiaccolata del 2 febbraio, anch’io mi ritrovo che non mi posso vantare delle mie forze e nemmeno troppo delle mie vitamine che pur potendo aiutare, non sono infallibili. Sii clemente con noi Signore, e non lasciare che la sciagurata febbre ci colpisca troppo duramente!

Be First to Comment

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.