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Arrivederci in cielo

Un altro foglietto che conservo da un po’ di tempo, e che ho piacere di riportare elettronicamente per eliminare la carta, è un utile approccio pastorale alle persone che vivono il dolore della morte di una persona cara. Si tratta di un “decalogo” di consigli per vivere al meglio questo momento delicato di dolore umano, sorretti dalla fede. L’elenco di consigli è stato elaborato credo da Mons. Luciano Pascucci, o comunque lui lo ha rigirato a noi giovani sacerdoti ad un incontro di formazione permanente del clero:

ARRIVEDERCI IN CIELO

(Decalogo per quando muore una persona cara)
1. Con la morte della persona amata è come se fosse tolto il terreno sotto i piedi.
Ma anche se le lacrime sono inesauribili, anche se non ti senti la
terra sotto i piedi, non sprofondare al di sotto delle mani di Dio.
Puoi abbandonarti alle tue lacrime, nella certezza che le sue mani ti
tratterranno amorevolmente. Non andrai a fondo. Il lutto ti può
trasformare, può farti conoscere la profondità della tua anima.
2. Non meravigliarti se nel periodo del lutto affiorano anche sentimenti di rabbia e di
collera. Dà spazio alla disperazione. Esprimila! Parlane con le
persone che ti sono vicine, offrila a Dio nella preghiera. Porgi a
Dio il tuo cuore ferito perché possa essere guarito dalla sua
amorevole vicinanza. Non trattenere le lacrime. In questo modo
impedisci che il tuo dolore venga elaborato, trasformandosi in una
vita nuova che può germogliare in te. Lascia che il dolore fluisca.
Esso cesserà, si trasformerà e ti introdurrà in una nuova gioia di
vivere. Làsciati andare al ritmo del tuo dolore: non sottoporlo alla
pressione di superarlo prima di quanto sia bene per la tua anima. Ma
nel dolore confida nelle parole della Scrittura: “Dio asciugherà
ogni lacrima dai loro occhi. Non ci sarà più la morte, né lutto,
né pianto, né dolore…
”.
3. Non preoccuparti se nel periodo del lutto la tua preghiera si trasformerà in lamento.
Oggi abbiamo cancellato il lamento dalle nostre preghiere. Possiamo
chiedere ragione a Dio: “Perché mi hai fatto questo? Che senso
ha? In fondo siamo una buona famiglia.. Perché ci tratti in questo
modo?” Abbi il coraggio di lamentarti!
4. Rinuncia anche a incolparti, a rimproverarti e a dilaniarti con sensi di colpa. “Non
avrei dovuto trattarlo diversamente? Ho avuto cura di lui? Che cosa
ho trascurato nei suoi confronti?” Offri la tua colpa a Dio e
confida nel suo perdono totale. Devi avere fiducia che anche la
persona defunta ha perdonato tutto. Ora si trova presso Dio e vicino
a lui è in pace. Anzi vorrebbe che tu partecipassi della sua pace.
5. Quando ripensi al tuo caro defunto, non fermarti a ricordare i
singoli fatti. Chiediti qual’è il messaggio che avrebbe voluto
portarti. Questo è certamente ciò che Dio voleva e vuole dirti per
mezzo suo. Quando pensi alla persona cara venuta a mancare, i tuoi
pensieri non devono essere rivolti al passato. Chiedi anche alla
persona defunta che cosa vorrebbe dirti oggi, prega di indirizzarti
verso ciò che è veramente importante per la tua vita. Potrebbe
anche invitarti a inserire la morte nel tuo progetto di vita. Pensare
alla morte non deve amareggiarti la vita, ma aiutarti a vivere in
modo più vigile e consapevole.
6. Un modo per riempire di significati il tuo lutto è quello di pregare per il
defunto. Puoi pregare affnchè nell’incontro con Dio egli si
abbandoni completamente tra le sue braccia e si lasci avvincere dal
suo amore e dalla sua misericordia, perché si affidi a Dio e possa
cosi sperimentare la sua gloria. La tua preghiera è l’ultimo atto di
amore per il tuo caro defunto, è un intercedere perché la sua morte
abbia buon esito, perché non sia tutto finito con il momento ultimo
della sua vita terrena. Ma la tua preghiera deve anche essere
improntata alla riconoscenza. Devi ringraziare Dio perché ti ha
fatto dono di questa persona. Nella preghiera sperimenterai una nuova
forma di comunione con il defunto. Il morto si trova ora presso quel
Dio al quale tu ti rivolgi. Se nella preghiera tu avverti la
vicinanza di Dio, insieme a lui puoi sentire anche la vicinanza del
tuo congiunto. Ogni volta che partecipi alla Messa puoi essere certo
di prendere parte alla liturgia celeste, all’eterno inno di lode che
tutti i cari defunti innalzano incessantemente in cielo.
7. Puoi pregare per il defunto. Ma puoi anche rivolgerti a lui, anche se giovane. Prega
la persona defunta che ti accompagni lungo il tuo cammino, che ti
protegga dai passi falsi, che ti dica che cosa conta nella tua vita.
Essi si trovano presso Dio e, in Dio, sono vicini anche a te. Scopo
del lutto è quello di stabilire una nuova forma di relazione con il
caro defunto. Nella preghiera avvertiamo il morto come nostra guida
interiore. Così ti accorgerai che la relazione con il caro congiunto
non è stata troncata, ma soltanto trasferita su un altro livello.
Pregalo e, in Dio, egli percorrerà insieme a te tutte le strade.
8. Come Cristo anche le persone care ci preparano l’abitazione presso Dio. Quando una
persona cara muore, prende con sé e porta a Dio tutto ciò che ha
condiviso con noi: i dialoghi, l’amore, le varie esperienze… Una
parte di noi viene portata a Dio, è già presso Dio. Quando moriremo
non finiremo in una regione sconosciuta, ma nell’abitazione che
Cristo e le persone da noi amate, che ci hanno preceduto nella morte,
hanno preparato per noi. Lì troveremo la nostra abitazione
definitiva e ci sentiremo per sempre a casa. Ci rivedremo
nell’eternità. Rivedremo le persone che abbiamo amato sulla terra.
L’amore che hai vissuto non morirà. “Amare significa dire
all’altro: tu non morirai!” (Claudel). Anche nell’eternità,
presso Dio, tu continuerai ad amare le persone che hai amato sulla
terra, ma le amerai in un modo nuovo e attualmente incomprensibile.
Sarà un amore senza malintesi e senza gelosia, un amore puro che
gioisce per la presenza dell’altro… un amore divino che ti
congiunge contemporaneamente a Dio e alla persona amata.
9. Al cospetto della morte di una persona cara sei invitato a trascendere la vita terrena.
Il tuo desiderio del cielo ti permetterà di elevarti al di sopra di
questo mondo, che non è tutta la realtà. In te c’è qualcosa che va
oltre, che è già in cielo. Questa fiducia ti libera dal peso di
questa vita e ti dona la libertà divina dell’eternità.
10. La morte porta con sé dolore e sofferenza, come la nascita. Ma, quando la nascita è
avvenuta, regna una gioia che nessuno ci può togliere. Anche
l’elaborazione del lutto è come la nascita di una nuova vita in te.
E’ piena di sofferenze e di timori. Spesso è buia come il percorso
del parto. Sembra volerci afferrare alla gola. E’ una strada stretta
e tormentosa. Ma, una volta che l’abbiamo percorsa sino in fondo, il
nostro cuore si allarga e vediamo una nuova luce che ci illumina. Io
ti auguro di attraversare il tuo dolore pieno di fiducia.
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